25/03/17

Convegno su Marius Schneider

Marius Schneider (1903-1982)

Sab. 8 Ore 15,30 Sala convegni di Santa Lucia CONVEGNO: MARIUS SCHNEIDER: Musica Arte e Conoscenza: con
Grazia Marchianò,
Antonello Colimberti,
Nuccio D'Anna,
Giangiuseppe Bonardi,
Leopoldo Siano,
Pierpaolo de Giorgi,
Claudio Lanzi.

Schneider è una colonna portante della etnomusicologia europea: lo studio, organizzato da Simmetria e curato dal prof. Colimberti, nei confronti di alcuni suoi scritti poco conosciuti in Italia, può aiutare a comprendere come, senza musica, sia assai improbabile un contatto con la metafisica e la trascendenza e come, proprio attraverso la musica, il simbolo apra, direttamente e senza mediazioni intellettuali, le porte dell'Anima. Faremo seguito a questo importante convegno con la pubblicazione degli Acta.

 

18/03/17

L'altra storia: Lunigiana e rotta atlantica dei Templari


La Lunigiana nel Medioevo era ben dotata di passi e di porti e per questo vi circolavano informazioni che potevano essere fatte conoscere soltanto a pochi iniziati, invitandoli ad accedere ai segreti delle rotte atlantiche, che dopo tre secoli sarebbero divenute elementi della politica coloniale degli stati ed elementi di interesse primario per la Chiesa.
Le simbologie che oggi, dopo settecento anni, sono divenute finalmente percepibili in tutta la loro valenza negli edifici storici di Lunigiana, hanno consentito di fornire una prova logica della conoscenza della Mesoamerica e dell’America del Sud, e quindi della rotta che avrebbe potuto essere indicata dai Templari come “Rotta dell’Argento” (e da ciò è nato il nome dell’Argentina), ma che doveva invece rimanere riservata, perché costitutiva il “Secretum Templi”; soltanto la conoscenza di ciò ha permesso di capire come siano potute sorgere le stupende cattedrali di Francia, pagate con il metallo che veniva sbarcato al porto della Rochelle.
Cristoforo Colombo, dopo aver rubato il segreto del calcolo della Longitudine ai navigatori portoghesi dell’Ordo do Cristo – eredi dei Templari e delle loro conoscenze – poté concepire di “Buscar el Levante por el Poniente” e dalla sua impresa nacque il Mondo Moderno.
 
Compiendo numerose escursioni turistiche e di studio, il Prof. Calzolari si è spesso imbattuto in reperti storici dei Templari. 
In Lunigiana, con una frequenza elevata lungo i percorsi medioevali, ritrovava le simbologie Templari a lui già note perché osservate in altre costruzioni religiose. 
Nel marzo 2001 a Pieve di Codiponte (MS) fotografò il portale murato nella cortina orientale dell'antichissima pieve medioevale*, ricca di simbologie. 
Notò tra l'altro dei bassorilievi i cui soggetti indossano dei copricapo di piume ed un altro in pelliccia, dopo qualche anno ed altri ritrovamenti scrisse il suo primo libro sui Templari in Lunigiana (nel 2006), insieme al Prof. Luigi Battistini dove si ipotizzò che fossero rappresentazioni di amerindi. 
La tesi che si trattasse di "indios" è stata data poi data per possibile dalla Prof. Maria Longhena, un autorevole scrittrice ed accademica dell'Università di Bologna, esperta dei Maya e di altre civiltà sudamericane. 
Già precedentemente Calzolari aveva catalogato molti altri esempi Lunigianesi di simboli Templari, comparandoli con quelli già noti in Italia ed Europa, notando particolari similitudini con simboli sud e meso-americani ed indizi sulla antica navigazione astronomica sulla quale ha scritto vari saggi ed articoli. 
L'eccellenza della marineria Templare ha inoltre stimolato la continuazione della ricerca di tracce che avvallessero l'ipotesi del loro arrivo nelle Americhe secoli prima di Colombo. 
Oltre alla simbologia della marina da guerra Templare che ha identificato a Volastra (Cinque Terre - SP), nel libro “LUNIGIANA E ROTTA ATLANTICA DEI TEMPLARI”, uscito nel 2014, si trovano tutte le altre ipotesi e scoperte, che renderebbero logica e possibile quest'impresa e spiegherebbero perché vennero testimoniate ripetutamente proprio in Lunigiana. 
Ad esempio, presso l’Archivio di Stato di Pisa, la pergamena del Fondo Roncioni del 28 gennaio 1255, documenta tutte le stazioni navali della Milizia del Tempio in Italia, tra cui la Stazione Navale di Pertusola di Lerici (all'interno del golfo della Spezia, uno dei migliori "porti naturali" del Tirreno), che portava l’antico appellativo di Fenoclaria, con cui veniva identificato il Maestro di tutte le stazioni navali, Frà Dalmazio da Fenoclaria.

http://www.enricocalzolari.it/templariluni.html

04/03/17

“La Madonna non è apparsa a Medjugorje!” Le ultime dichiarazioni del vescovo di Mostar




Quello pubblicato due giorni fa dal vescovo di Mostar - sotto la cui giurisdizione si trova per il momento Medjugorje - è un articolo significativo fin dal titolo. «Le “apparizioni” dei primi sette giorni a Medjugorje» è l’atto di accusa con il quale monsignor Ratko Peric, da sempre contrarissimo a riconoscere qualsiasi credibilità al fenomeno, cerca di smontare le «apparizioni» proprio nella primissima fase, usando materiale già noto e pubblicato da molti anni. Quella fase che la commissione istituita da Benedetto XVI e guidata dal cardinale Camillo Ruini aveva ritenuto invece contenere elementi di soprannaturalità: la relazione finale consegnata a Francesco nel 2014 e frutto del lavoro di quattro anni, suggeriva infatti al Pontefice di procedere con un riconoscimento soltanto relativo al fenomeno delle prime settimane.  
Ma a colpire ancor di più è la coincidenza temporale. Monsignor Peric ha pubblicato l’articolo alla vigilia dell’arrivo dell’«inviato speciale» del Papa, l’arcivescovo di Varsavia-Praga Henryk Hoser , incaricato di «acquisire più approfondite conoscenze della situazione pastorale di quella realtà e, soprattutto delle esigenze dei fedeli che vi giungono in pellegrinaggio e, in base ad esse, suggerire eventuali iniziative pastorali per il futuro». È noto che il mandato di Hoser non riguarda l’autenticità delle apparizioni, ma soltanto la cura pastorale dei fedeli e l’affronto degli atavici problemi che nella zona contrappongono da tempo i frati francescani - titolari della parrocchia - e il vescovo di Mostar.   
Peric nell’articolo contesta qualsiasi apertura all’autenticità del fenomeno Medjugorje: «La posizione di questa Curia per tutto questo periodo è stata chiara e risoluta: non si tratta di vere apparizioni della Beata Vergine Maria». E contesta proprio le conclusioni (mai rese pubbliche) della commissione Ruini. «Sebbene talvolta si sia detto che le apparizioni dei primi giorni potrebbero essere ritenute autentiche e che poi sarebbe sopraggiunta una sovrastruttura per altri motivi, in prevalenza non religiosi, questa Curia ha promosso la verità anche riguardo a questi primi giorni. Dopo aver trascritto dai registratori le audiocassette contenenti i colloqui avvenuti, nella prima settimana, nell’ufficio parrocchiale di Medjugorje, tra il personale pastorale e i ragazzi e le ragazze che avevano affermato di aver visto la Madonna, con piena convinzione e responsabilità esponiamo i motivi per cui appare evidente la non autenticità dei presunti fenomeni. Se la vera Madonna, Madre di Gesù, non è apparsa – come infatti non è – allora a tutto sono da applicare le seguenti formule: “sedicenti” veggenti, “presunti” messaggi, “preteso” segno visibile e “cosiddetti” segreti».  
Sulla base delle registrazioni dei colloqui di quei primi giorni, il vescovo di Mostar afferma che ne emerge: «Una figura ambigua. La figura femminile che sarebbe apparsa a Medjugorje si comporta in modo del tutto diverso dalla vera Madonna, Madre di Dio, nelle apparizioni riconosciute finora come autentiche dalla Chiesa: di solito non parla per prima; ride in maniera strana; a certe domande scompare e poi di nuovo ritorna; obbedisce ai “veggenti” e al parroco che la fanno scendere dal colle in chiesa sebbene controvoglia. Non sa con sicurezza per quanto tempo apparirà; permette ad alcuni presenti di calpestare il suo velo steso per terra, di toccare la sua veste e il suo corpo. Questa non è la Madonna evangelica».  
Peric fa notare lo «strano tremito» che uno dei veggenti, Ivan Dragićević, «nella conversazione con il cappellano fra Zrinko Čuvalo (1936-1991), dice di aver percepito, il primo giorno, “un tremito” delle mani dell’apparsa. Quale “tremito”? Tale percezione può suscitare non solo un forte sospetto ma anche una profonda convinzione che non si tratta di un’autentica apparizione della Beata Vergine Maria».   
Il vescovo contesta anche l’anniversario delle «presunte apparizioni» che sono iniziate il 24 giugno 1981. «Tuttavia i registi del “fenomeno di Medjugorje” hanno deciso che l’anniversario non si celebrasse il 24 bensì il 25 giugno. La ragione della scelta è che il 25 giugno 1981 sarebbero stati insieme all’apparizione tutti e sei i veggenti scelti fra coloro che vantavano in quei giorni di avere “apparizioni”. A dire la verità, a smentire questa versione dei fatti, formulata da Vicka Ivanković, è lo stesso Ivan Dragićević il quale testimonia: “La prima sera sono stato con loro, la seconda non ci sono stato”. Fra i sei “veggenti” abituali, oltre a Marija Pavlović, anche Jakov Čolo ha presenziato per la prima volta all’“apparizione” il secondo giorno. Quindi la data dell’anniversario è arbitraria, inesatta, falsificata».  
In realtà qui il vescovo attribuisce all’apparizione la volontà che la festa annuale si celebri il 25 giugno dando come motivo il fatto che il secondo giorno il gruppo dei veggenti era quello attuale. Ma a dire il vero i veggenti non hanno riferito questa come motivazione fornita loro dall’apparizione, spiegando invece che la Madonna avrebbe scelto il quel giorno perché proprio il 25 giugno il primo gruppo di fedeli provenienti dal paese era salito sulla collina.  
Ma continuiamo con le argomentazioni contrarie portate dal vescovo: i «“veggenti” sin dall’inizio, dal secondo giorno, hanno chiesto alla loro figura qualche “segno” come prova dell’autenticità dell’apparizione. Secondo Ivanka, l’apparsa ha dato il “segno” del rigiro delle lancette dell’orologio di Mirjana: “l’orologio si è rigirato completamente”; “e lei ci ha lasciato un segno sull’orologio”. Più che ridicolo e strano». Ancora, Ivanka «è sicura che la figura lascerà un segno sulla collina, forse sotto forma di acqua. Dopo quasi quattro decenni non esiste alcun segno, né acqua, solo fantasie!». E nei primi sette giorni «l’apparsa non prende alcuna iniziativa, non comincia mai per prima a parlare. Alle domande dei “veggenti” risponde in modo generico, piuttosto ambiguo, chinando la testa, rimandando al futuro, promettendo il miracolo della guarigione e lasciando un messaggio alla gente: “La gente creda fermamente come se mi vedesse”. Ed anche ai francescani: “credano fermamente”».  
Nell’articolo poi si ricorda inoltre che alla domanda di Ivanka relativamente a quanto tempo apparirà ancora, «la figura risponde: “Quanto a lungo voi volete, quanto a lungo voi desiderate”». Mirjana «dice che chiederà all’apparsa quanti giorni apparirà ancora, poi soggiunge che dentro di lei una voce le suggerisce che apparirà ancora “2-3 giorni”. Lo ripete ancora una volta». L’apparizione martedì pomeriggio 30 giugno 1981 dice che apparirà ancora solo “tre giorni”: il 1, 2 e 3 luglio 1981. Infatti, alla domanda del parroco relativamente a quanto tempo apparirà ancora, tutti e cinque i “veggenti”, meno Ivan, rispondono unanimemente: “Tre giorni”». Poi «l’apparsa cambia l’idea e “appare” tuttora, da 37 anni in continuazione, ogni giorno, a tre “visionari” del gruppo: Ivan, Marija, Vicka, e agli altri tre una volta l’anno: a Mirjana dal 1982, ad Ivanka dal 1985 e a Jakov dal 1998. Inoltre, a due dei su menzionati del gruppo, la figura “appare” una volta al mese dal 1987 con “messaggi” per il mondo: a Mirjana il 2 e a Marija il 25 di ogni mese puntualmente».  
Il vescovo ricorda ancora che non coincidono le descrizioni delle vesti di Maria. «Secondo le conversazioni con i “veggenti” l’apparsa si veste in vario modo. La figura aveva la veste, secondo Ivan, “di colore blu” il primo giorno; secondo Ivanka, “di color caffè” il secondo giorno; secondo gli altri “veggenti”, “di colore grigio”: Jakov, Mirjana, Ivanka il sesto giorno». Monsignor Peric giudica poi «cosa molto inusitata e grave: l’apparsa permette non solo che alcuni della folla calpestino il suo velo allungato e steso per terra, ma anche che tocchino il suo corpo. Vicka la tocca già il secondo giorno: “E quando la tocchi, reverendo, le dita rimbalzano così”. Lo stesso ripete Ivanka e aggiunge che toccando il suo corpo sente “come aria, in qualche modo come seta, le nostre dita tornano indietro, così, quando la tocchiamo, le dita tornano indietro, in qualche modo”. Hanno fatto toccare anche ad una dottoressa la veste dell’apparsa: “Ed ecco lei [la dottoressa] ha toccato la sua veste”. Tali storie sui toccamenti del corpo della Madonna, della sua veste, del calpestio del suo velo creano in noi una sensazione e convinzione che si tratti di qualcosa indegno, inautentico e scandaloso. Qui non c’entra la Madonna cattolica!», è il duro commento del vescovo di Mostar.  
Infine, monsignor Peric denuncia «manipolazioni intenzionali. L’interlocutore dei “veggenti” fra Jozo Zovko, parroco, è molto innervosito perché la figura apparsa non manda dei messaggi concreti per la gente e per i frati; perché non scende dal colle in chiesa dove sta la sua statua; anzi chiede se si possa “obbligare” - letteralmente così! - la Madonna a scendere ed apparire in chiesa. P. Zovko: “Mi interessa questo, Mirjana: se la Madonna non apparisse in chiesa, potete voi obbligarla ad apparire in chiesa? Forse apparirà, vero, che ne pensi?” Mirjana: “Non so. Non ci abbiamo riflettuto affatto”. P. Zovko ripete: “Io penso che potresti obbligarla: ‘Madonna, chiedo che Tu mi appaia in chiesa’, che ne pensi?” E poi Mirjana cede e pensa che questo “sarebbe meglio, poiché allora neanche la polizia ci cercherebbe…”». E così, conclude il vescovo Peric, «con le manipolazioni le “apparizioni” sono trasferite in chiesa il 1 luglio 1981. Questo “obbligare” l’apparsa a scendere ed apparire in chiesa è un gioco magico, e non il Vangelo di Cristo».   
La conclusione del vescovo di Mostar è che non si possa parlare di fatti soprannaturali: «Tenendo conto di tutto quel che è stato esaminato e studiato da questa Curia diocesana, incluso lo studio dei primi sette giorni delle presunte apparizioni, si può pacificamente affermare: la Madonna non è apparsa a Medjugorje!». Tutto ciò il vescovo lo aveva già affermato in vari scritti del passato. Le «registrazioni» da lui citate sono infatti trascritte da tempo, tradotte dal croato in francese e in inglese, e pubblicate in tre volumi. Anche questi materiali erano stati presi in considerazione ed esaminati a fondo dalla commissione guidata dal cardinale Ruini.  
Colpisce certo che nel momento in cui la Santa Sede decide di nominare un inviato speciale del Papa incaricato di verificare i problemi esistenti per l’accompagnamento pastorale dei pellegrini, il vescovo decida di intervenire in modo così perentorio cercando di condizionare il giudizio sulla soprannaturalità delle apparizioni. Un giudizio che ora compete alla Congregazione per la dottrina della fede.
Andre Tornelli

http://www.lastampa.it/2017/02/28/vaticaninsider/ita/vaticano/il-vescovo-di-mostar-non-autentiche-le-apparizioni-di-medjugorje-6Mmcpf2TSV83VjG2FihmkJ/pagina.html